Vai ai contenuti

Scuola e Cultura

Con Gesù > Storie brevi per l'anima
Queste piccole storie vogliono solo chiederti un momento di attenzione per quelle voci che abbiamo dimenticato di ascoltare. Quelle voci e quei canti che abbiamo dentro e che ci parlano di cieli azzurri e aria pulita, di sogni e di batticuori, di voglia di abbracciarsi e piangere insieme, di un Dio sconvolgente che è venuto a chiederci di lasciarci salvare da Lui. (Bruno Ferrero)

*I due fazzoletti *Il cuore di Dio *Il disegno *Il grazie *Il tema *La virgola *L'Ultimo della classe

Alla Scuola dell’Infanzia, un bambino portava sempre due fazzoletti.
La maestra gli chiede perché:
“Uno è per soffiarmi il naso; l’altro per asciugare gli occhi di quelli che piangono”.
Tu, li porti due fazzoletti?

*Il cuore di Dio

Una catechista aveva raccontato ai suoi ragazzi del catechismo la parabola del figliol prodigo, ma si era accorta che dopo un po' molti si erano distratti. Allora aveva chiesto che gliene scrivessero il riassunto.
Uno di loro scrisse così: «Un uomo aveva due figli, quello più giovane però non ci stava volentieri a casa, e un giorno se ne andò via lontano, portando con sé tutti i soldi. Ma ad un certo punto questi soldi finirono e allora il ragazzo decise di tornare a casa perché non aveva neanche da mangiare. Quando stava per arrivare, suo padre lo vide e tutto contento prese un bel bastone e gli corse incontro. Per strada incontrò l'altro figlio, quello buono, che gli chiese dove stava andando così di corsa e con quell'arnese: "É tornato quel disgraziato di tuo fratello; dopo quel che ha fatto si merita un bel po' di botte!". "Vuoi che ti aiuti anch'io, papà?". "Certo", rispose il padre.
E così, in due, lo riempirono di bastonate. Alla fine il padre chiamò un servo e gli disse di uccidere il vitello più grasso e di fare una grande festa, perché s'era finalmente tolto la voglia di suonargliele a quel figlio che gliel'aveva combinata proprio grossa!».

Capire la logica del cuore di Dio è difficile per tutti.

*Il disegno

Un bambino stava disegnando e l'insegnante gli disse: "É un disegno interessante, cosa rappresenta?".
"É un ritratto di Dio".
"Ma nessuno sa come sia fatto Dio".
"Quando avrò finito il disegno lo sapranno tutti".

Poco dopo la nascita di suo fratello, la piccola Sachi cominciò a chiedere ai genitori di lasciarla sola con il neonato. Si preoccupavano che, come quasi tutti i bambini di quattro anni, potesse sentirsi gelosa e volesse picchiarlo o scuoterlo, per cui dissero di no. Ma Sachi non mostrava segni di gelosia. Trattava il bambino con gentilezza e le sue richieste di essere lasciata sola si facevano più pressanti. I genitori decisero di consentirglielo.
Esultante, Sachi andò nella camera del bambino e chiuse la porta, ma rimase una fessura aperta, abbastanza da consentire ai curiosi genitori di spiare e ascoltare. Videro la piccola Sachi andare tranquillamente dal fratellino, mettere il viso accanto al suo e dire con calma: "Bambino, dimmi come è fatto Dio. Comincio a dimenticarmelo".
I bambini sanno com'è fatto Dio, ma arrivano in un mondo che fa di tutto per farglielo dimenticare il più in fretta possibile.

*Il Grazie  

Un'insegnante chiese agli scolari della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati in realtà avessero questi bambini provenienti da quartieri poveri. Ma sapeva che quasi tutti avrebbero disegnato panettoni o tavole imbandite.
L'insegnante fu colta di sorpresa dal disegno consegnato da Tino: una semplice mano disegnata in maniera infantile. Ma la mano di chi?
La classe rimase affascinata dall'immagine astratta. "Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare" disse un bambino. "Un contadino" disse un altro, "perché alleva i polli e le patatine fritte".
Mentre gli altri erano al lavoro, l'insegnante si chinò sul banco di Tino e domandò di chi fosse la mano. "É la tua mano, maestra" mormorò il bambino.

Si rammentò che tutte le sere prendeva per mano Tino, che era il più piccolo e lo accompagnava all'uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Tino voleva dire molto.

Hai mai pensato al potere immenso delle tue mani?
Dovremmo imparare ad osservare i "comandamenti della casalinga":
"Se ci dormi sopra... rimettilo in ordine.
Se lo indossi... appendilo.
Se finisci di mangiare... mettilo nel lavandino.
Se ci cammini sopra... sbattilo.
Se lo apri... chiudilo.
Se lo svuoti... riempilo.
Se suona... rispondi.
Se miagola... dagli da mangiare.
Se piange... amalo".

La maestra aspettava i genitori di Mattia per un colloquio. Presto i genitori di Mattia, che si erano separati di recente, sarebbero arrivati per un colloquio sul cattivo andamento scolastico e sul comportamento disgregante del bambino.
Mattia, figlio unico, era sempre stato allegro e collaborativo e un ottimo scolaro.
La madre di Mattia entrò e occupò una delle sedie sistemate accanto alla cattedra. Poco dopo arrivò il padre. Si scambiarono uno sguardo di sorpresa e di irritazione e si ignorarono ostentatamente.
La maestra cercò le parole giuste per aiutarli a capire cosa stessero facendo al loro figlio. Ma le parole non le venivano. Allora li portò al banco del figlio e disse: “Guardate!”.
Sotto il banco c’era un foglio accartocciato e macchiato di lacrime, un tema in classe. La scrittura copriva entrambe le facciate: non era lo svolgimento del tema, ma un’unica frase scarabocchiata più e più volte.
In silenzio, la maestra spianò il foglio e lo consegnò alla madre di Mattia.

*La virgola

C'era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei. Che cos'è una virgola, dopo tutto? Nei giornali nessuno la usa più. La buttano, a casaccio. Un giorno la virgola si ribellò.
Il Presidente scrisse un breve appunto dopo un lungo colloquio con il Presidente avversario: "Pace, impossibile lanciare i missili" e lo passò frettolosamente al Generale.
In quel momento la piccola, trascurata virgola mise in atto il suo piano e si spostò. Si spostò solo di una parola, appena un saltino. Quello che lesse il Generale fu: "Pace impossibile, lanciare i missili". E scoppiò la Guerra Mondiale.

Fai attenzione alle piccole cose. Sono il seme di quelle grandi.

*L'ultimo della classe

Quando era seminarista, Giovanni Battista Vianney il futuro santo Curato d'Ars, aveva enormi difficoltà con la scuola. Non riusciva a capire neppure le nozioni più semplici. I superiori del seminario lo avevano rimandato a casa più volte. Ma lui capar insisteva. Aveva ormai 21 anni e sedeva in aula con ragazzi che avevano dieci anni meno di lui.
Uno di questi, undicenne, cominciò ad aiutarlo nello studio.
Giovanni Battista Vianney era molto grato al suo piccolo maestro, ma le difficoltà persistevano: non capiva, non ricordava, si smarriva, balbettava.
Il ragazzino si lamentò di questo con i compagni di scuola. Giovanni Battista Vianney lo sentì. Si alò dal suo banco, si inginocchiò davanti al ragazzi e gli disse: «Perdonami perché sono così stupido».

In un campo di grano, quasi tutte le spighe sta curve verso terra. Solo alcune avevano lo stelo ben diritto e fissavano con alterigia il cielo, i passanti e le loro compagne.
«Noi siamo le migliori» garrivano all'intorno. «Non viviamo piegando lo stelo come schiave, dav si può dire che dominiamo gli eventi e la situa Ma il vento, che conosce la vita meglio di tutti, sogghignò: «Stanno ben dritte,... perché sono vuote!».

Torna ai contenuti